Argomenti trattati
Recentemente, l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti riguardanti il welfare aziendale e i fringe benefit per il periodo che va dal 2025 al 2027. Queste informazioni sono particolarmente utili per lavoratori e datori di lavoro, poiché delineano le nuove soglie di esenzione fiscale e le modalità di accesso a questi benefici, resi possibili dalla legge di bilancio 2025 e dal decreto legislativo n. 192/2024.
Le nuove soglie di esenzione
Per gli anni 2025, 2026 e 2027, la soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit resta fissata a 1.000 euro per i lavoratori senza figli. Tuttavia, per coloro che hanno figli a carico, questa soglia raddoppia a 2.000 euro. È importante notare che i fringe benefit includono una varietà di beni e servizi che possono essere erogati dai datori di lavoro, come buoni pasto, rimborsi per utenze domestiche e spese per affitto o mutuo della prima casa. Se un lavoratore supera la soglia stabilita, l’intero importo viene considerato tassabile ai fini Irpef, il che rende fondamentale una corretta gestione dei benefici concessi.
Procedura per l’accesso ai fringe benefit
L’Agenzia delle Entrate specifica che l’aumento della soglia di esenzione a 2.000 euro è subordinato alla necessità di una dichiarazione da parte del lavoratore. Quest’ultimo deve fornire il codice fiscale di ciascun figlio a carico, e tale dichiarazione deve essere conservata dal datore di lavoro, che potrebbe doverla esibire in caso di controlli. È altresì richiesta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in cui il lavoratore attesti di non aver già usufruito di somme analoghe presso altri datori di lavoro. Questo serve a evitare duplicazioni di benefici e garantire una gestione trasparente e corretta delle erogazioni.
Agevolazioni per neo assunti
Un’altra novità riguarda i neo assunti, trasferiti per lavoro e che soddisfano particolari requisiti reddituali e di residenza. Per questi lavoratori, è previsto un plafond agevolativo fino a 5.000 euro annui per spese di locazione e costi accessori nei primi due anni di rapporto lavorativo. Questo rappresenta un’importante opportunità per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro, soprattutto in contesti economici sfidanti.
L’uso delle carte di debito nominative
Un aspetto innovativo introdotto dalla Risposta n. 5/E del 15 gennaio 2025 riguarda l’utilizzo di carte di debito nominative come strumenti per l’erogazione dei fringe benefit. Se queste carte rispettano i requisiti del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir), sono considerate documenti di legittimazione e non richiedono l’applicazione della ritenuta d’acconto. Questo permette alle aziende di gestire in modo più flessibile e digitale i piani di welfare, rendendo l’amministrazione dei benefit più snella.
Controllo delle erogazioni e tassazione
È fondamentale per le aziende e i consulenti del lavoro monitorare attentamente i valori erogati a ciascun dipendente, distinguendo chiaramente tra fringe benefit e altre misure di welfare. Superare le soglie di esenzione implica la tassazione dell’intero importo, quindi è essenziale stabilire sistemi di controllo rigorosi per evitare errori nel calcolo delle imposte. La possibilità di erogare benefit tramite documenti di legittimazione, come le carte di debito, introduce elementi di semplificazione amministrativa che possono risultare vantaggiosi per le aziende.
Conclusioni pratiche
In sintesi, le novità introdotte dall’Agenzia delle Entrate in materia di welfare aziendale e fringe benefit offrono opportunità significative per i lavoratori e le aziende. È cruciale che le imprese si preparino ad adottare misure adeguate per gestire correttamente queste pratiche, garantendo un uso efficiente delle risorse e rispettando le normative fiscali. Monitorare e gestire in modo preciso i fringe benefit non solo aiuta a evitare problematiche legate alla tassazione, ma può anche contribuire a creare un ambiente di lavoro più soddisfacente e incentivante.