La rivoluzione del banking digitale in Italia

L'Italia è in ritardo sul banking digitale, ma il mobile banking e le neobank stanno cambiando le regole del gioco.

Se pensi che il banking tradizionale sia morto, devi rivedere le tue idee. L’Italia sta vivendo un momento cruciale nella sua evoluzione digitale, eppure i numeri parlano chiaro: nel 2024, solo il 55% degli italiani utilizza l’internet banking. Questo ritardo di 6-8 anni rispetto a paesi come Francia e Spagna è allarmante. Ma c’è un raggio di speranza: la crescita del mobile banking, che già coinvolge il 60% degli utenti e si prevede arrivi all’80% entro il 2029. Insomma, un cambio di rotta è in atto, e non possiamo ignorarlo.

La rapida ascesa delle neobank

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un’esplosione nel numero di neobank in Italia, con circa 20 istituti che stanno guadagnando terreno a un ritmo sorprendente. In effetti, tra il 2019 e il 2023, i depositi diretti presso queste banche digitali hanno registrato un tasso di crescita annua del +50%, mentre le banche tradizionali si fermano a un modesto +4%. Ma cosa significa questo per noi? Significa che gli utenti cercano soluzioni più flessibili e innovative, e le neobank sono pronte a rispondere a questa domanda. Ricordo quando un amico mi raccontò di aver aperto un conto in una neobank in meno di 10 minuti, senza la necessità di recarsi fisicamente in una filiale. Ecco, questo è il futuro!

Il declino delle filiali fisiche

Ma la digitalizzazione ha un prezzo. Le filiali fisiche stanno scomparendo. Una su cinque potrebbe chiudere nei prossimi cinque anni, lasciando molti comuni senza alcuna presenza bancaria. È un fenomeno preoccupante, che fa emergere disuguaglianze territoriali e rischi di esclusione finanziaria. D’altronde, come può un cittadino in una piccola città affrontare le necessità bancarie senza una filiale vicina? Questo è il dilemma che stiamo affrontando. La Fondazione Fiba ha lanciato l’allerta: nel primo trimestre di quest’anno, 95 sportelli sono stati chiusi. E le conseguenze si faranno sentire sempre di più.

La maturità digitale delle banche italiane

In tutto questo, è interessante notare che le banche italiane si posizionano al di sopra della media globale per quanto riguarda la maturità digitale. Ben tre istituti italiani figurano tra i 40 “Digital Champions” mondiali. Un risultato che, sebbene incoraggiante, non deve farci abbassare la guardia. I mutui rimangono ancorati al canale fisico, ma il digitale avanza: il 95% dei bonifici avviene online, e metà delle polizze assicurative viene sottoscritta tramite canali digitali. Questo è il momento di sfruttare queste opportunità, ma ci sono ancora molte sfide da affrontare.

Competitività attraverso l’innovazione

Le banche non possono più permettersi di rimanere ferme. L’esperienza utente, l’intelligenza artificiale e la personalizzazione dei servizi sono fattori chiave per restare competitivi. I casi di UniCredit, Crédit Agricole e Revolut dimostrano chiaramente che puntare sul mobile e sull’omnicanalità è la chiave per consolidare il rapporto con i clienti. Tuttavia, la vera sfida rimane: come colmare il gap europeo e portare l’Italia al centro della trasformazione bancaria digitale? È un compito arduo, ma non impossibile.

I rischi della desertificazione bancaria

La digitalizzazione nel mondo del credito non è priva di rischi. La desertificazione bancaria è un fenomeno che non possiamo ignorare. Se da una parte c’è una corsa all’innovazione, dall’altra ci sono persone che rischiano di rimanere escluse dal sistema finanziario. Come evidenziato da Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl, la situazione è allarmante: oltre 100mila persone sono già interessate dalla ritirata delle banche dai territori. E se non fosse per le banche di credito cooperativo, molte comunità sarebbero completamente abbandonate. È una realtà dura, eppure necessaria da affrontare.

Una prospettiva per il futuro

Insomma, l’Italia si trova a un bivio. Da un lato, la digitalizzazione offre opportunità senza precedenti; dall’altro, la desertificazione bancaria rappresenta un rischio concreto che non possiamo permetterci di sottovalutare. È fondamentale che le banche tradizionali e quelle digitali collaborino per garantire un accesso equo ai servizi finanziari. D’altronde, come molti sanno, il futuro della finanza è digitale, ma deve essere inclusivo. E allora, ci aspetta un percorso pieno di sfide e opportunità.

Scritto da AiAdhubMedia

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