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Il mondo del lavoro italiano sta cambiando a un ritmo sempre più rapido, mentre il sistema educativo fatica a tenere il passo. La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha recentemente evidenziato, nel rapporto Formazione e lavoro: un gap destinato a crescere, le difficoltà di allineamento tra le scelte degli studenti e le reali necessità del mercato. Questo disallineamento, se non affrontato, potrebbe avere conseguenze gravi per l’economia del Paese.
Il divario tra offerta formativa e domanda di lavoro
Nonostante gli sforzi per migliorare l’orientamento e l’offerta didattica, il gap tra i percorsi scelti dagli studenti e le esigenze delle aziende rimane significativo. I dati recenti indicano un aumento delle iscrizioni in corsi universitari con scarse opportunità lavorative, come psicologia e lettere, mentre i settori strategici, come ingegneria e informatica, vedono una carenza di iscrizioni. Ogni anno, mancano all’appello oltre ventimila laureati in ingegneria e quattordicimila in economia.
Questo disallineamento si traduce in una difficoltà per le aziende nel reperire profili adeguati. Ad esempio, il numero di laureati in ingegneria non riesce a coprire la domanda del mercato, creando un’urgenza di figure professionali qualificate che rimane inesaudita. Le matricole continuano a preferire corsi con minori prospettive occupazionali, mentre i settori critici languono.
Le conseguenze per i neolaureati
I tassi di occupazione post-laurea variano enormemente a seconda del percorso di studi scelto. Le lauree in ingegneria e informatica vantano tassi di occupazione superiori al novanta per cento, mentre corsi come giurisprudenza e lingue presentano valori molto più bassi. Questo contrasto è preoccupante, soprattutto in un mercato del lavoro che, tra il 2019 e il 2024, ha visto una crescita dell’occupazione generale, ma non ha colmato il gap tra domanda e offerta di competenze.
Inoltre, la situazione nel sistema scolastico è altrettanto critica. Per l’anno accademico 2024/2025, oltre la metà degli studenti ha scelto un percorso liceale, mentre la partecipazione agli istituti professionali è crollata sotto il quindici per cento. Con le proiezioni future che prevedono una richiesta di 135 mila diplomati da percorsi professionali, il sistema educativo è destinato a fornire meno della metà di questa cifra, aggravando ulteriormente la carenza di figure professionali nei settori chiave come edilizia e meccanica.
Possibili soluzioni per il gap formativo
Nonostante gli interventi intrapresi negli ultimi anni rappresentino un passo avanti, l’impatto sulla corrispondenza tra formazione e opportunità lavorative è ancora insufficiente. È fondamentale garantire che i percorsi di studio siano più in linea con le reali esigenze del mercato. Ciò implica un rinnovato impegno nel valorizzare i talenti e nel supportare lo sviluppo delle competenze necessarie per il tessuto produttivo del Paese.
Affrontare il problema del mismatch tra formazione e lavoro è cruciale per consentire all’Italia di sfruttare appieno le proprie potenzialità e preparare le future generazioni ad affrontare un mercato del lavoro in continua evoluzione.