Crescita della Composizione Negoziata della Crisi d’Impresa in Italia: Previsioni e Tendenze per il 2025

Nel 2025, un numero crescente di aziende italiane sta adottando la composizione negoziata come strategia efficace per la gestione delle crisi.

Nel corso del 2025, il fenomeno della composizione negoziata della crisi d’impresa ha registrato un notevole incremento tra le aziende italiane. Questo strumento si sta affermando sempre di più come un metodo preventivo efficace per affrontare situazioni di squilibrio economico e finanziario. I dati presentati da Unioncamere indicano che le richieste di accesso a questa procedura hanno raggiunto il numero di 2.469 entro il primo marzo 2025, un raddoppio rispetto ai trimestri precedenti del 2025.

Crescita e consapevolezza

Il trend osservato non è solo il risultato di una crescente consapevolezza riguardo alle potenzialità della composizione negoziata, ma riflette anche una diffusione più ampia tra aziende di varie dimensioni e settori. Nel 2025, la media trimestrale delle richieste si attestava intorno ai 200 casi, ma nel 2025 questa cifra ha superato i 400, evidenziando un cambiamento significativo nella cultura aziendale italiana.

Il ruolo dei professionisti

Con l’aumento dell’adozione della composizione negoziata, emerge la necessità di un’evoluzione nel ruolo dei professionisti che operano nel settore del diritto d’impresa e nella consulenza aziendale. Non basta più supportare le aziende in difficoltà; è fondamentale un intervento proattivo. I consulenti devono essere in grado di rilevare tempestivamente gli indicatori di crisi e guidare gli imprenditori verso la scelta del momento opportuno per attivare la procedura.

Meccanismi operativi della composizione negoziata

Operativamente, la composizione negoziata è concepita come una procedura volontaria e stragiudiziale, gestita tramite una piattaforma telematica nazionale. L’avvio della procedura avviene con la nomina di un esperto indipendente, il quale ha l’incarico di avviare il dialogo con i creditori entro un periodo massimo di 180 giorni. Questo termine può essere esteso in particolari circostanze.

Le aziende che seguono il percorso in modo virtuoso possono beneficiare di misure vantaggiose, come una maggiore durata delle dilazioni fiscali o la riduzione degli interessi sui debiti tributari accumulati durante la fase di negoziazione. Tuttavia, è importante notare che alcune plusvalenze generate dalla cessione di beni nel quadro della composizione negoziata non beneficiano di regimi agevolati, essendo soggette a tassazione ordinaria.

Un nuovo approccio alla governance aziendale

La progressione attuale indica che la composizione negoziata sta diventando parte integrante della governance aziendale in Italia. Le aziende che la implementano tendono a sviluppare piani più dettagliati e a mostrare una maggiore capacità di negoziazione, interagendo anche con procedure concorsuali complementari. Le regioni con il maggior numero di adesioni, come Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto, dimostrano come questo strumento stia guadagnando terreno non solo in contesti limitati, ma stia diventando una strategia consolidata per il risanamento delle aziende in crisi.

Prospettive future

Il 2025 segna un punto di svolta per la composizione negoziata in Italia, non più vista come un ripiego emergenziale, ma come una prassi sempre più comune per prevenire crisi irreversibili e garantire la continuità delle aziende. Sempre più imprenditori stanno scegliendo questa via per affrontare le difficoltà patrimoniali, finanziarie e organizzative, approfittando anche della possibilità di sospendere temporaneamente i pagamenti delle rate sui finanziamenti bancari.

In Lombardia, ad esempio, la composizione negoziata ha registrato un successo del 24%, superiore alla media nazionale che si attesta al 19%. Questo dato sottolinea l’efficacia della procedura e il suo potenziale per aiutare le aziende a superare momenti di crisi.

Scritto da AiAdhubMedia

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