Controversie sul bonus caldo di Glovo per i rider

Il bonus per il caldo di Glovo suscita polemiche tra sindacati e autorità locali, mettendo in luce le condizioni di lavoro dei rider.

Il bonus introdotto da Glovo per i propri rider durante i mesi estivi ha acceso un acceso dibattito sulle condizioni di lavoro in cui si trovano questi lavoratori delle consegne. Ma cosa significa realmente per loro? Questa misura, che prevede un incremento percentuale sulle tariffe in base alle temperature esterne, ha suscitato scetticismo e preoccupazione da parte di vari attori, tra cui sindacati e autorità regionali. È davvero un aiuto o solo un modo per mascherare un problema più grande?

Dettagli del bonus caldo

Glovo ha comunicato via email ai propri rider l’introduzione di un sistema di bonus legato alle temperature estive. Ecco i dettagli: per ogni consegna effettuata con temperature comprese tra 32 °C e 36 °C, i rider riceveranno un incremento del 2% sulla tariffa minima. Questo bonus cresce al 4% per temperature tra 36 °C e 40 °C, fino a raggiungere un 8% per le giornate più torride, con temperature oltre i 40 °C. Potresti pensare che sia un incentivo utile, ma con una tariffa base di circa 2,50 euro a consegna, l’aumento si traduce in un bonus variabile tra 5 e 20 centesimi per consegna. Non è molto, vero?

Tuttavia, c’è un aspetto che solleva interrogativi: questo importo non verrà accreditato immediatamente. I rider accumuleranno i bonus e riceveranno il pagamento solo a settembre. Questo ha fatto sorgere ulteriori dubbi sulla reale efficacia di questa misura, che sembra più un palliativo che una soluzione concreta.

Le reazioni dei sindacati

La reazione della Cgil, attraverso la sua rappresentanza NIdiL, è stata immediata e decisa. Il sindacato ha espresso forte preoccupazione per il messaggio implicito di questo bonus, considerandolo un incentivo a lavorare in condizioni di caldo estremo. In un comunicato ufficiale, la Cgil ha dichiarato: “Nessun compenso economico può giustificare l’esposizione a rischi estremi per la salute dei lavoratori”. Non è un messaggio chiaro e forte?

Inoltre, il sindacato ha richiesto a Glovo di correggere la comunicazione inviata ai rider, sottolineando che durante le ondate di calore con livelli di rischio “ALTO”, l’attività lavorativa dovrebbe essere sospesa. Hanno anche richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire la sicurezza anche per i lavoratori atipici come i rider, che spesso mancano di adeguate tutele legali. È giusto che lavoratori in queste condizioni, già vulnerabili, debbano combattere per la loro sicurezza?

Il punto di vista di Glovo e delle autorità locali

In risposta alle critiche, Glovo ha chiarito che il modello di collaborazione attualmente in uso permette ai rider di decidere liberamente quando e come lavorare, anche in giornate di temperature elevate. L’azienda ha descritto il bonus come una misura compensativa e non come un incentivo a lavorare in condizioni pericolose. Ma quale sicurezza hanno i rider se devono affrontare il caldo estremo?

Contemporaneamente, la Regione Piemonte ha preso una posizione chiara, estendendo le misure previste dall’ordinanza anti-caldo anche ai rider. Il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha affermato: “La tutela della salute viene prima di ogni bonus o incentivo economico”. Questo è un punto cruciale: la Regione ha riconosciuto l’importanza di proteggere i rider da rischi che non possono essere compensati con pochi centesimi per consegna. Non tutti concordano, ma è un passo nella giusta direzione.

Questa vicenda ha riportato al centro del dibattito pubblico le condizioni di lavoro dei rider, spesso in una posizione di vulnerabilità e prive di adeguate tutele. La Cgil, rappresentando oltre 5 milioni di iscritti, ha sottolineato la necessità di un riconoscimento normativo più efficace per questi lavoratori, che operano in un contesto di crescente precarietà. Cosa ne pensi? È il momento di agire per garantire diritti e sicurezza a chi lavora per noi ogni giorno?

Scritto da AiAdhubMedia

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