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Dopo una lunga serie di otto aumenti dei tassi d’interesse, iniziata nel giugno 2024, la Banca Centrale Europea (BCE) ha finalmente annunciato una pausa. Oggi, il costo del denaro rimane invariato: il tasso sui depositi è fissato al 2%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,4%. Questa decisione, presa all’unanimità dal Consiglio direttivo, si inserisce nel contesto dell’andamento attuale dell’inflazione, che si attesta sul target del 2% a medio termine, come evidenziato nel comunicato ufficiale rilasciato al termine della riunione. Ma cosa significa tutto questo per le famiglie e gli investitori italiani?
Il mercato dei mutui in evoluzione
Con la fine delle promozioni primaverili e l’innalzamento dei tassi fissi, il mercato dei mutui si trova a un bivio cruciale. A luglio, il tasso variabile è tornato a risultare più vantaggioso, specialmente per gli acquirenti di immobili con bassa efficienza energetica. Secondo l’Osservatorio di MutuiSupermarket.it, infatti, il divario tra tasso variabile e fisso ha superato i 50 punti base e potrebbe addirittura ampliarsi fino a 70 punti entro la primavera del 2026. Attualmente, il miglior mutuo variabile presenta un Tan del 2,58%, con una rata mensile di 599 euro su un prestito di 150.000 euro da restituire in 30 anni, mentre il miglior tasso fisso è al 3,00%, con una rata di 632 euro. Ti sei mai chiesto quale opzione potrebbe portarti a risparmiare di più nel lungo periodo?
In vista di un probabile calo dell’Euribor nei prossimi mesi, le stime indicano un risparmio di oltre 1.000 euro nei primi due anni per chi decide di optare per il tasso variabile. Le proiezioni sull’Euribor, l’indice di riferimento per i mutui variabili, prevedono una discesa graduale almeno fino a metà 2026, sostenuta dalla politica monetaria della BCE, che potrebbe continuare a favorire ulteriori riduzioni dei tassi entro la fine dell’anno. Questo potrebbe rappresentare un’opportunità da non perdere per chi è in cerca di un mutuo vantaggioso.
Le scelte tra tasso variabile e fisso
Il tasso fisso, sebbene più costoso nel breve termine, presenta vantaggi significativi: offre stabilità della rata e protezione da futuri aumenti. Risulta, quindi, una scelta vantaggiosa per chi ha un reddito fisso, una pianificazione finanziaria rigorosa o una bassa propensione al rischio. Diversi esperti, tra cui Stefano Rossini, amministratore delegato di MutuiSupermarket.it, avvertono che l’attuale curva dei tassi suggerisce un contesto favorevole per il tasso variabile, specialmente per chi stipula oggi un nuovo mutuo. Ti sei mai chiesto quale potrebbe essere l’approccio giusto per te?
Le dinamiche del mercato si stanno già adattando: le surroghe sono scese al 32% e anche la quota di mutui richiesti da giovani under 36 è scesa al 40%. Tuttavia, cresce l’interesse per mutui con Loan To Value superiori all’80%, attualmente al 54%, un chiaro segnale delle difficoltà nel raccogliere capitale iniziale e della rinnovata fiducia nell’uso del mutuo come strumento per accedere alla proprietà. Quali opportunità possono offrire questi cambiamenti a chi desidera acquistare casa?
Andamento delle compravendite residenziali
Nel primo trimestre del 2025, le compravendite residenziali hanno registrato un incremento dell’11,2% rispetto all’anno precedente. Ancora più marcata è stata la crescita dei mutui erogati, con un aumento del 52,6% secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia. Questo ha portato il credito a coprire il 45,8% delle transazioni, in aumento rispetto al 38,6% dell’anno scorso. Questo trend suggerisce che le famiglie italiane stanno tornando ad acquisire immobili, ricorrendo sempre più al mutuo piuttosto che ai risparmi personali. È evidente che il mercato immobiliare sta vivendo una fase di ripresa, ma quali saranno le sue sfide nel futuro prossimo?
In conclusione, sebbene l’attuale tasso variabile sembri la scelta più vantaggiosa, il tasso fisso rimane una valida opzione per molti. Gli esperti sottolineano che la decisione deve essere coerente con la situazione economica individuale. Chi dispone di un reddito stabile e ha una bassa tolleranza al rischio potrebbe trovare maggiore tranquillità nel tasso fisso, mentre chi è disposto a gestire una rata più incerta può cogliere le opportunità offerte da un possibile abbassamento dei tassi e dalle politiche della BCE. Qual è la tua scelta in questo scenario in continua evoluzione?